martedì 3 febbraio 2009

STORIA DELL'AUTOMOBILE

La storia dell'automobile come mezzo di trasporto affermato e funzionante inizia nel XIXsecolo. Essa si basa tuttavia su sviluppi avvenuti in precedenza, per cui la data di questa invenzione non può essere stabilita con obiettiva esattezza.
Già durante l'epoca storica del rinascimento erano stati concepiti e disegnati modelli di carri in grado di spostarsi da soli. D'altro canto, questi progetti vivevano solo sulla carta. Dei prototipi funzionanti come il famoso carro di Cugnot (marchingegni con un motore a vapore) furono costruiti verso solo la fine del XVIII secolo.
Nata per sostituire la trazione animale, l'automobile si serviva di motori di volta in volta diversi a seconda dei sistemi di alimentazione. L'introduzione del motore a scoppio e della benzina pose fine solo dopo la prima guerra mondiale la convinvenza di una notevole moltitudine di sistemi in circolazione. Ciononostante vennero sempre proposte, nei vari periodi storici, forme di alimentazione alternative alla benzina.
Il motore a vapore ed il carro di Cugnot
Nicolas-Joseph Cugnot, carro del 1771
Progettato nel 1769 era azionato da un motore a vapore a due cilindri verticali di 325 mm. di alesaggio e 387 mm. di corsa, per una cilindrata totale di circa 62.000 cm3. Questo "mostro", in grado di portare un carico di oltre 4 tonnellate, soprannominato "macchina azionata dal fuoco" procedette lentamente per una dozzina di minuti, raggiungendo una punta di Km/h; questa pur brevissima esibizione segnò l'inizio della storia della motorizzazione: si tratta infatti della prima dimostrazione pratica fornita al mondo da un veicolo "auto-mobile" nel senso letterale del termine, vale a dire che si muove da sé tramite una forza non animale, non immagazzinata per mezzo di molle e che non utilizzava gli effetti del vento.
Il problema principale stava non tanto nel far muovere il carro di Cugnot, ma nella lentezza della sterzata e nel farlo fermare, infatti il primo prototipo si distrusse contro un muro.
Tuttavia subito dopo venne costruito un secondo carro nel luglio del 1771 che ottenne il risultato sperato (attualmente, il carro di Cugnot è conservato al Conservatoire Nationaldes des Arts et Metiers di Parigi ed una replica si può ammirare presso il Museo dell'automobile Carlo Biscaretti di Ruffia di Torino).
Il carro di Cugnot fu un prototipo fondamentale, ma caratterizzato da diversi tratti in comune con invenzioni diverse successive come la locomotiva ed il triciclo motorizzato. Si distingueva quindi dall'automobile moderna, anche perché non costituiva, per il momento, una valida alternativa alla trazione animale. I progressi successivi portarono ad una vera e propria svolta soltanto dopo un centinaio d'anni, soprattutto grazie ai modelli introdotti da imprenditori come Carl Benz.

L'Ottocento: gas, benzina e diesel
Anche nel XIX secolo vennero costruite delle automobili con trazione a a vapore. Inoltre, ingegneri ed inventori continuavanano a lavorare su modelli a trazione muscolare oppure a vela. Ciononostante la concorrenza di sistemi progrediti non si fece più attendere:
Nel 1802, lo svizzero Isaac de Rivaz metteva a punto la prima vettura con motore a combustione interna.
fu l'anno della prima automobile elettrica, introdotta da Robert Anderson ad Aberdeen.
Nel 1860 il belga Etienne Lenoir fu poi in grado di mettere a punto un modello alimentato a gas che venne applicato ad alcuni tricicli denominati Hippomobile.
Le ricerche che portavano a sviluppare nuovi modelli si spingevano nelle più disparate direzioni, alimentate dagli sviluppi storici della industrializzazione soprattutto inglese. Fu così che le città di Londra e Bath si ritrovarono già nel 1828 con un collegamento di autobus, funzionanti comunque a vapore.
Un momento di grande importanza fu senz'altro il 1876 grazie a Nikolaus August Otto, inventore del primo motore a combustione interna quattro tempi. Comunque, l'auto non si era ancora del tutto profilata e distinta da altri mezzi di trasporto e locomozione e trasporto come la locomotiva e la bicicletta. Basti pensare al fatto che due famosi modelli francesi, l'Obéissante e la Mancelle venivano presentati all'Esposizione Universale del 1887 nella sezione dedicata al materiale ferroviario.
Grazie ad alcune decisive innovazioni e alla fondazione di importanti aziende, fu comunque proprio verso la fine dell'Ottocento che l'autovettura diventava per la prima volta un fenomeno ben conosciuto ed in grado di fare concorrenza alla carrozza sulle strade americane ed europee. Anche per quanto riguarda l'aspetto, l'automobile sviluppava per la prima volta caratteristiche sempre meglio distinguibili da quelli di altri mezzi di trasporto, anche se spesso rimaneva visibile, nel progetto, la struttura di una carrozza adagiata sul motore di un'auto:
Nel 1886 Carl Benz realizzò il primo veicolo con motore a scoppio.
Il tedesco Gottlieb Daimler costruì nel 1887 un modello indipendente da quelli di Benz e fondò la „ Daimler-Motoren-Gesellschaft“. La sua vettura raggiungeva una velocità di 16 km/h. Successivamente, nel 1889, il motore a quattro tempi di Daimler veniva installato su una vettura a quattro posti da René Panhard ed Emile Levassor.
Nel 1892 Rudolf Diesel brevettò un nuovo modello (che migliorava il grado di efficienza del ciclo Otto), il che preludeva alla costruzione del primo motore Diesel.
Nel 1894 Enrico Bernardi realizzava il suo veicolo con motore a benzina e, per produrlo, nello stesso anno veniva fondata la Miari & Giusti, prima fabbrica italiana di automobili.
La concorrenza tra diversi sistemi era sempre maggiore e finiva per essere inscenata davanti al pubblico: fu così che nacquero le prime gare automobilistiche, tra le quali era senz'altro famosissima la Parigi-Rouen. Anche se sembravano profilarsi buone prospettive per il motore a benzina, questo sistema pareva tardare ad affermarsi sugli altri. Il primo record di velocità ufficialmente registrato, del 1898, è da attribuire proprio ad un'automobile elettrica: il francese Gaston de Chasseloup-Laubat raggiungeva i 63,14 chilomenti all'ora, mentre nel 1901 Camille Jenatzy superava la bellezza dei cento km/h con La Jamais Contente, anche in questo caso un'auto elettrica. Con la sua spiccata linea appuntita, questa vettura cercava una sua soluzione aerodinamica , anche se prematura.

Benz, 1886

Benz, 1894

La Jamais contente 1899

Mercedes simplex, 1906

Il Novecento: l'affermazione definitiva del modello a benzina
Come visto, il XIX secolo si apriva con una ricerca volta nelle direzioni più disparate. Da carburante fungevano anche sostanze come il petrolio e l'alcool. Infatti, l'automobile a benzina finì per diventare il modello più affermato solo a partire dal periodo intorno alla prima guerra mondiale.
Il 1913 segnò una data importante per l'economia dei paesi europei. Henry Ford introduceva nella sua azienda la catena di montaggio e il nastro trasportatore, di pari passo con la vittoria del motore a benzina. Non si trattava di sviluppi di natura puramente tecnologica: infatti, di pari passo, la teoria economica del taylorismo introduceva nuovi canoni di fordismo. Dall'altra si faceva il primo passo verso la produzione in massa di autovetture che potessero essere alla portata dei ceti meno abbienti.
Fu un'occasione presa al volo dalle dittature fasciste, che vedevano lo sviluppo di beni di consumo come fattore di piena occupazione e stabilità della base. Si diede così inizio una prima diffuzione di autovetture in Italia o in Germania. Il1936 fu infatti l'anno di nascita di modelli celeberrrimi come la Fiat Topolino e la Volkswagen Maggiolino. Enorme era lo sforzo intrapreso da Hitler per dotare negli anni trenta il terzo Reich di una vera e propria rete autostradale: secono il Führer l'auto era infatti un modo di far conoscere il territorio del Reich alla popolazione tedesca, più che un mezzo di trasporto urbano. L'auto doveva venire a costare meno di diecimila marchi.
Dopo la guerra, lo sviluppo industriale consentì innovazioni sempre diverse e più raffinate: gli pneumatici fecero la loro comparsa sul mercato nel 1948; tre anni più tardi, era la volta del motoremotore ad iniezione. Il secondo dopoguerra fu per molti paesi europei come l'Italia un momento assai importante. Il parziale smantellamento dell'industria di guerra, non più sovraccarica di commissioni ed il boom economico favorirono la diffusione massiccia di questo mezzo di locomozione.

Ford, Model A 1928

Ford, Dorotea, 1936

Fiat 500, 1947

Lancia Appia, 1958

Sviluppi recenti
La tendenza dei modelli odierni non è affatto contraria alla diversificazione del carburante. Il bisogno di un sistema alternativo alla benzina si fece notare ad esempio durante la crisi del petrolio, nel1973. Il sistema diesel contiunò quindi ad affermarsi accanto a quello a benzina, mentre in tempi successivi anche l'automobile elettrica e quella ad alcool tornarono ad essere sviluppate.
Nel clima sociale, ambientale ed economico dei giorni nostri, sembrano acquisire un ruolo di sempre maggiore importanza i concetti di mobilità sostenibile e di energia rinnovabile. Ad esempio, il Brasile è un paese che in virtù delle proprie risorse utilizza largamente il bioetanolo per autovetture con il motore Flex. Infatti, in questo paese la raffinazione di canna da zucchero è una delle fonti di energia più imporanti. D'altro canto, l'utilizzo di alimentari per la produzione di carburante è stato criticato per il fatto di contribuire al disboscamento alla lievitazione dei prezzi degli alimentari.

Renault 4, 1961

Citroën Ami, 1974

Fiat Panda, 1980

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